NO ALLA RIAPERTURA NEL PIENO DELLA PANDEMIA!  

Il 4 maggio si ritornerà a lavorare anche in quelle poche attività produttive che, incalzate da diversi scioperi spontanei, sono state costrette a fermare la produzione e l’erogazione di servizi non essenziali a causa della pandemia, considerato che i due terzi delle attività ha continuato a produrre. Il mese di marzo 2020 sarà sicuramente ricordato come il periodo in cui la cricca criminale, composta da Governo, Confindustria e sindacati confederali, ha messo in atto un meschino attacco frontale contro la classe lavoratrice.

Il Governo, oltre a muoversi in netto  e colpevole ritardo per arginare l’epidemia, è già passato alla “fase 2” nonostante ci siano ancora ogni giorno circa 400 decessi e qualche migliaia di contagi da Covid-19 (quest’ultimo dato è approssimato per difetto dato lo scarso numero di tamponi fatti) e nonostante il fatto che la fase 1 non ci sia mai stata per i due terzi delle attività; Confindustria, che ha come unico obbiettivo tutelare i propri profitti e gli interessi della borghesia, sin da subito ha fatto pressione, tanto sulle amministrazioni regionali quanto sul Governo, costringendo quest’ultimo a firmare protocolli d’intesa che hanno di fatto scavalcato i DPCM che avrebbero costretto le aziende a chiudere i battenti, ciò emerge soprattutto dal fatto che oltre la metà delle imprese non ha mai chiuso, nascondendosi dietro qualche punto percentuale di fatturato nei “settori essenziali” o riconvertendosi alla svelta nel produrre prodotti “essenziali” pur di non fermare la produzione. I sindacati confederali solo dopo le proteste spontanee dei lavoratori hanno fatto finta di alzare la voce per poi accettare quei protocolli d’intesa che non avrebbero comunque garantito né la sicurezza dei lavoratori né la fornitura dei dispositivi necessari ad evitare il contagio e che fuori dai luoghi di lavoro quegli stessi dispositivi sono diventati obbligatori.

Già dalla seconda metà di aprile le istituzioni annunciano un fantomatico calo di morti e contagi e che per questo si può ripartire e tornare a quella che secondo loro era “la normalità”. Quella stessa normalità che garantiva profitti a pochi e miseria a milioni di persone; diventa necessario “ricordare” che anche prima della pandemia ogni anno, nei luoghi di lavoro, si registravano dei numeri altissimi di morti e feriti (circa mille morti l’anno, tre al giorno) proprio per la totale assenza di misure di sicurezza adeguate, e che già prima gli operai erano carne da macello e sacrificabili per gli interessi della borghesia.

La fase 2 per noi deve essere caratterizzata dal rilancio della lotta di classe per ribadire ancora una volta che la loro normalità non è la soluzione ma il problema, che non può essere considerato normale smantellare, con tagli miliardari, la sanità pubblica per far emergere quella privata, cosa che faceva già tantissime vittime in periodi che la classe dirigente definisce “normali”. Il virus è stato l’amplificatore di una crisi economica che costringeva milioni di persone a vivere al limite della sopravvivenza, mettendo a nudo tanto l’incapacità delle istituzioni, nel dare risposte adeguate, quanto la natura spietata e disumana di un sistema che diventa sempre più feroce soprattutto quando è costretto ad affrontare eventi improvvisi e tragici come una pandemia. Tutte le soluzioni economiche proposte ed approvate fino ad ora andranno ad ingrossare il debito pubblico e inevitabilmente peseranno come macigni sulle fasce più deboli, il conto da pagare sarà salatissimo e sappiamo già a chi lo presenteranno. Ci sarà una nuova stagione di tagli alla spesa pubblica, austerità e aumento delle tasse ma allo stesso tempo avremo un aumento della disoccupazione dovuta all’emergenza sanitaria. In un quadro così drammatico la principale arma che abbiamo è quella di uno sciopero generale di tutte le categorie per combattere e distruggere un sistema malato e lottare per costruire un governo di lavoratori che metta al centro del suo programma la riorganizzazione dell’economia e della società sulla base dei reali bisogni delle masse e non i profitti di una minoranza. Se padroni e governo intendono ripartire nel nome dei profitti è necessario che i lavoratori riconquistino l’agibilità politica e di lotta per opporsi con forza alle scelte scellerate fatte in questo periodo dalla classe dirigente. Crediamo sia indispensabile, ora più che mai, elevare il conflitto di classe ad un livello superiore, proprio ora che il capitalismo si appresta a stringere la morsa della crisi a scapito del proletariato, creando un’opposizione di classe capace di affrontare e reagire con forza agli attacchi continui che arrivano da governo e Confindustria.

Per questo rivendichiamo:

– No alla riapertura nel pieno della pandemia! Mantenimento della quarantena fino a contagi zero!

– Ai lavoratori che possono lavorare in modalità lavoro agile (“Smart working”), che le aziende forniscano tutti i mezzi necessari: computer, utenze necessarie (gas, luce, telefono, ecc.); tutti gli altri lavoratori a casa a salario pieno

– raddoppio del budget sanitario e un piano immediato di recupero dei posti letto persi negli ultimi trentanni; esproprio delle cliniche private inquadrandole nel SSN; gratuità di tutte le prestazioni sanitarie

–giornata lavorativa di massimo 6 ore e settimana lavorativa di massimo 30 ore per i lavoratori del settore sanitario, del settore farmaceutico e del settore dell’industria biomedicale

– assunzione immediata, a salario pieno e a tempo indeterminato, di tutto il personale necessario. NO al lavoro straordinario! controllo operaio sulle condizioni di lavoro del personale di questi settori

– Nazionalizzazione dell’industria farmaceutica e dell’industria delle attrezzature sanitarie e biomedicali; distribuzione gratuita di mascherine e gel disinfettante

– se tutti devono stare a casa bisogna dare una casa a chi non ce l’ha: requisizione delle case sfitte e esproprio del patrimonio immobiliare nelle mani del #Vaticano e dei grandi gruppi

– NO alle ferie forzate! NO al divieto di sciopero! Fermare la produzione di tutti i rami dell’industria non necessari a fronteggiare l’epidemia!

– Indulto/ amnistia per i carcerati 

– Sanatoria immediata dei migranti senza documenti

–NO al pagamento del debito pubblico! Nazionalizzazione del sistema bancario e dei grandi patrimoni sotto il controllo operaio!

SCIOPERO GENERALE FINO ALLA VITTORIA! GOVERNO DEI LAVORATORI

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