Risoluzione sulla situazione in Russia

La crisi globale del capitalismo, in particolare dopo lo storico collasso del sistema finanziario globale nel 2007/2008, ha portato ad un forte aggravamento delle relazioni tra l’occidente imperialista e la Russia post-sovietica di Putin (e la Cina Xi Jinping). Da paese di fatto devastato e umiliato sulle rovine della ex Unione Sovietica, che si arrese alla mercé degli imperialisti e del FMI sotto Eltsin, la Russia, insieme alla Cina, si è ora trasformata per l’amministrazione di Trump in una “grave minaccia strategica.”

La restaurazione capitalista ha dimostrato di non essere un fatto compiuto, ma un processo in collisione con le sue fasi caratterizzate da forti contraddizioni interne ed esterne, in costante interazione con gli sviluppi mondiali. Sottoposta alla terapia d’urto imposta dal FMI e al massiccio saccheggio della proprietà pubblica da parte degli oligarchi provenienti dalla burocrazia statale e dalle reti mafiose, il primo decennio successivo alla dissoluzione dell’Unione Sovietica è culminato nello stato di default nel 1998 sotto l’impatto della crisi mondiale del 1997, nella rinazionalizzazione dei settori strategici dell’economia sotto Primakov e nella transizione al regime bonapartista di Putin.

La stabilizzazione relativa era basata su un aumento congiunturale dei prezzi del petrolio e del gas: le principali esportazioni dell’economia russa sul mercato mondiale. La voragine di Lehman Brothers e la depressione globale hanno spezzato la base di questa relativa stabilizzazione mentre gli imperialisti di USA e UE intensificavano la loro offensiva per il conseguimento del loro obiettivo strategico, a partire dall’inizio della guerra contro la Jugoslavia, ossia la colonizzazione dello spazio ex sovietico. Un importante punto di svolta nella escalation è stato il colpo di stato in Ucraina e la guerra, iniziata dai mercenari fascisti in Donbass col sostegno politico, militare e finanziario degli Stati Uniti

Il regime bonapartista di Putin cerca sempre di trovare un compromesso con l’imperialismo per salvarsi, come si vede negli accordi temporanei di Minsk I e Minsk II. L’attuale regime russo, che continua una linea di restaurazione capitalista sotto l’egida dello Stato, basa il suo consenso popolare su tre fattori principali: 1. La paura delle masse per un ritorno agli anni caotici del decennio di Eltsin 2. L’opposizione popolare alla minaccia di uno smembramento del paese e della colonizzazione da parte dell’Occidente e 3. Una relativa stabilizzazione degli standard di vita.

La crisi globale del capitalismo erode tutti i mezzi che il regime di Putin ha usato per mantenersi al potere. L’economia di un paese estremamente de-industrializzato è meno sostenibile perché si basa principalmente sulle esportazioni di materie prime in condizioni di depressione mondiale e guerre commerciali, essendo a sua volta in balia di interessi oligarchici conflittuali. Gli oligarchi sono economicamente e politicamente la quinta colonna del capitale globale.

La frenesia nazionalista e le fantasie imperiali non possono salvare i popoli della Russia, come non salvarono la Jugoslavia, ma accelerarono la sua polverizzazione in una serie di protettorati impotenti sotto il controllo dell’Unione europea e gli Stati Uniti. Il popolo sovietico sconfisse il nazismo difendendo l’eredità della Rivoluzione d’Ottobre e non difendendo l’idea di una “Russia eterna”.

Contro l’aggressione imperialista dall’esterno e contro il bonapartismo e l’opposizione filo-capitalista liberale al suo interno il popolo lavoratore di Russia, con il suo enorme patrimonio rivoluzionario, deve sviluppare un’alternativa rivoluzionaria e un programma di salvezza attraverso la lotta:

– espropriazione di tutti gli oligarchi sotto il controllo dei lavoratori;

– controllo e gestione operaia nel settore pubblico dell’economia contro i burocrati e gli amministratori corrotti associati al capitale globale e alle reti mafiose locali. Nazionalizzazione di tutte le banche sotto il controllo dei lavoratori.

– Pianificazione democratica con interazione flessibile tra agenzie di pianificazione centrale e produttori locali.

– reindustrializzazione sotto il controllo e la gestione dei lavoratori

Abbasso il bonapartismo e il liberalismo, tutto il potere nella Terra dei Soviet deve appartenere ai Soviet! Per un genuino, anti burocratico, rinnovamento rivoluzionario del socialismo sulla terra di ottobre!

Contro l’impulso alla guerra imperialista, il dovere della classe operaia internazionale e di tutte le forze popolari rivoluzionarie è quello di mobilitarsi e lottare per la sconfitta dell’imperialismo, senza sostenere l’autocrazia del Cremlino e le sue politiche di compromesso con l’imperialismo, con le forze reazionarie di destra in Europa e la restaurazione capitalista all’interno del paese. Gli unici veri alleati dei popoli in Russia sono i lavoratori e gli oppressi in tutto il mondo che si mobilitano contro lo stesso fallimento storico del capitalismo globale e la barbarie imperialista, dalla Marcia per le Nostre Vite dei giovani negli Stati Uniti fino ai lavoratori in Francia o in Grecia e gli oppressi in Medio Oriente

Ora più che mai abbiamo bisogno di un’Internazionale rivoluzionaria per sconfiggere l’imperialismo, il capitalismo, la guerra e il fascismo e per portare alla vittoria la rivoluzione socialista mondiale iniziata in Russia nel 1917.sscb_harita

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