Brasile: Bolsonaro ufficializza il “golpismo post-elettorale”

Di Marcelo Ramal

02/11/2022

Tempo di lettura: 2 minuti

Il messaggio di due minuti che Jair Bolsonaro ha consegnato martedì pomeriggio non ha smontato lo scenario del golpe in Brasile. Bolsonaro ha appoggiato i golpisti. Ha appoggiato le “legittime” manifestazioni fasciste di “indignazione” contro l'”ingiustizia” del processo elettorale. La repressione dei blocchi, ordinata dai tribunali, viene effettuata dalle forze statali e dai sostenitori del Corinthians, non dalle truppe federali. Per le strade, i sostenitori di Bolsonaro hanno alluso alla “incostituzionalità” di un presidente eletto “criminale”. In un messaggio di due minuti, Bolsonaro ha esposto la linea guida del golpe post-elettorale, l’accusa di corruzione contro Lula e l’alternativa dell’impeachment.

La dichiarazione di Bolsonaro è stata attribuita alle pressioni del suo entourage di ministri, governatori e ufficiali militari, ma questo entourage si è frammentato: Pablo Guedes, ministro delle Finanze e uomo di fiducia del capitale internazionale, e Tarcisio Neves, governatore eletto di San Paolo, gli hanno consigliato di ammettere la sconfitta. In ogni caso, Bolsonaro ha consultato il responsabile del controllo parallelo che le forze armate hanno svolto segretamente e parallelamente. La sua risposta è stata che per la verifica definitiva dei dati ci vorrà… “un mese” (Folha, 2/11). Sull’intera elezione e sui suoi risultati pende una spada di Damocle. È una scusa potente per sostenere un’agitazione golpista.

Mercoledì mattina, diciotto ore dopo il messaggio presidenziale, almeno 150 blocchi erano ancora in atto in tutto il Paese. L’inviata speciale di TN a San Paolo, Cristina Amoroso, ha mostrato come il blocco si sia spostato da un viale centrale ai cancelli di una caserma. Lì, diverse centinaia di manifestanti fascisti stavano sostenendo un intervento militare. All’interno di San Paolo, sono state registrate foto e video di forze di polizia statali che “fanno un cenno” ai manifestanti pro-Bolsonaro, in un chiaro segno di fraternizzazione.

Alckmin

Al termine della breve conferenza stampa a Brasilia, un funzionario filo-bolsonarista ha annunciato l’inizio della transizione. Dalla parte della coalizione vincente, è stato nominato il vicepresidente eletto Geraldo Alckmin. La figura dell’ex governatore di San Paolo, un liberale di destra, è balzata subito agli onori della cronaca, e non solo per questo annuncio. Alckmin è un candidato per un ministero strategico – Agricoltura o Difesa. In caso di impeachment positivo, Alckmin diventerebbe il successore di Lula.

La CUT [1]

L’escalation del colpo di Stato si è verificata senza che fossero note dichiarazioni o azioni da parte delle leadership sindacali pro-petista, né da parte del PT. Si può intuire l’argomento “intelligente” di evitare provocazioni o scontri con i fascisti. Tollerarlo è chiaramente peggio, perché legalizza il fascismo. Consigliando ai camionisti di non emulare “la sinistra” (con i picchetti), Bolsonaro ha presentato la monumentale contraddizione della scena politica brasiliana: la piccola borghesia declassata e fascistizzata è scesa in piazza; la classe operaia, sotto il peso delle leadership cooptate dallo Stato, è rimasta a casa.

La crisi golpista in corso ha comportato una monumentale battuta d’arresto politica per la sinistra, che ha chiesto l’astensione al voto in Brasile. Il pretesto, perché non è un argomento, è che il fascista Bolsonaro non era tale perché non era riuscito a instaurare “un regime fascista”. Le dinamiche della storia hanno mostrato il passaggio da una fase all’altra. La strada per l’indipendenza politica della classe operaia brasiliana non è l’astensionismo, ma la lotta, con i metodi adeguati a ogni momento: intervento elettorale, sciopero generale e picchetti operai.

Note:

[1] Central Única dos Trabalhadores. Sindacato brasiliano

Testo originale: https://politicaobrera.com/8226-brasil-bolsonaro-oficializa-el-golpismo-postelectoral

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