Lo spezzatino ucraino è servito sul tavolo delle potenze mondiali che in questi giorni stanno ridefinendo i nuovi confini dello spazio geopolitico dell’Ucraina. La volontà di Putin, col pieno appoggio del capitalismo russo e con il vergognoso sostegno degli stalinisti russi espresso nella Duma, di invadere l’Ucraina non è poi così casuale: la Russia ha approfittato una serie di fattori chiave che si inseriscono nella crisi storica e profonda dell’imperialismo occidentale per poter difendere i propri confini e la stabilità del proprio regime contro la politica di accerchiamento (Polonia, paesi baltici, Romania, Ungheria) condotto negli ultimi decenni da parte della NATO.
Il primo fattore è senza dubbio la cronica perdita di egemonia militare da parte degli Stati Uniti e di conseguenza dei paesi aderenti NATO che non possono che stare a guardare l’evoluzione delle operazioni militari in atto in Ucraina.
Il secondo fattore è la crisi energetica all’interno della crisi pandemica che sta rallentando il rimbalzo della ripresa economica nei paesi dell’Unione Europea, fortemente indebitati tra loro e fortemente dipendenti dalle materie prime che gli derivano dalla Russia. Infatti gli stessi paesi europei (Germania in primis) sono in contrasto con gli USA per la quantificazione delle condanne economiche (si veda il caso del bando ai circuiti finanziari SWIFT) da applicare contro la Russia.
Trasformare la guerra imperialista in guerra di classe rivoluzionaria
Con l’escalation in Ucraina rimette piede nella storia con più forza il pericolo di una nuova guerra mondiale imperialista, il massimo livello di lotta classe del capitalismo mondiale contro il proletariato internazionale.
Nello scenario ucraino diventa decisivo il ruolo della classe operaia che ha il dovere di opporsi contro i due blocchi dominanti: da un lato contro le politiche russe di predazione di nuovi territori, risorse e mercati che favorirebbero l’oligarchia russa; dall’altro contro un regime nazionalista corrotto, filofascista e filo NATO rappresentato da Zelensky e dalle sue bande armate che in questi anni hanno affamato il proletariato ucraino.
Tutti i tentativi di alimentare il nazionalismo ucraino contro quello russo devono essere respinti!
Per la fraternizzazione del proletariato ucraino e russo e di tutti i proletari arruolati nei rispettivi eserciti per combattere una guerra volta a salvaguardare gli interessi dei propri carnefici!
Via Putin e via la Nato dall’Ucraina!
Per la costruzione di una risposta unitaria del proletariato internazionale con uguale radicalità alla guerra imperialista.
Rivoluzione mondiale per il socialismo! Per un’umanità libera da guerre e sfruttamento!