di FB e RdB
Tempo di elezioni del presidente della repubblica, tempo di manovre tra i partiti borghesi alla ricerca della giusta figura a difesa dell’ordine capitalista e gli interessi economici dei padroni di casa nostra, in connubio col governo del banchiere Draghi.
Ma tragicomicamente si uniscono alla festa anche partitelli e gruppuscoli della cosiddetta “sinistra radicale”, la quale non rinuncia a presentare proprie proposte. Così salta fuori il nome del costituzionalista Paolo Maddalena, sostenuto da PRC, PC, dissidenti di sinistra del M5S e PAP (anche se quest’ultimo ha in extremis ritrattato il proprio sostegno). Ma chi è il candidato alla presidenza della repubblica sostenuto da tali realtà?
Paolo Maddalena è l’ex vicepresidente della corte costituzionale, ex-consulente della DC, strenuo difensore dei valori della costituzione borghese, autodefinitosi “cattolico di sinistra” con posizioni apertamente antiabortiste e contrarie ai matrimoni gay e ai diritti che dovrebbere essere garantiti a tutto il mondo LGBT+.
Nel caso dell’aborto sappiamo che il controllo sul corpo femminile è uno dei fondamenti del patriarcato. Lottare costantemente per spezzare questo controllo non significa per noi lottare per “i diritti civili” ma per cancellare il patriarcato e soprattutto il sistema socioeconomico in cui fermenta: il capitalismo.
Come possano questi partiti, che si definiscono anticapitalisti (per quanto fumosa sia questa definizione), e addirittura comunisti (connotazione invece sicuramente più precisa ma che è ormai svilita proprio dall’abuso che ne fanno riformisti, centristi e movimentisti vari) sostenere questi strani figuri parrebbe un mistero e invece non lo è.
Il PC di Rizzo è ormai un misto di folklore televisivo e rossobrunismo. Che l’inserimento delle battaglie LGBT+ nella lotta al capitalismo sia un qualcosa di completamente estraneo ai rizziani è risaputo e probabilmente le commistioni del loro leader maximo con ambienti reazionari della destra nazionalista portano il PC a non ritenere un grosso problema le posizioni antiabortiste di Maddalena.
Rifondazione Comunista, partito-cadavere (connotazione politico-necrologica che rende sempre più ridicolo, e fuori dalla storia e dalla logica, il rapporto, diretto nel caso di Sinistra Anticapitalista, e indiretto nel caso del PCL, che con esso hanno alcune realtà che si dichiarano trotskiste), si è sempre distinta nella difesa della Costituzione repubblicana e della democrazia borghese quindi niente di nuovo nel suo sostegno ad un rinomato costituzionalista. I “partigiani della Costituzione” Ingroia e De Magistris sono state tra le figure più esaltate dai rifondaroli.
Quello di PAP non è un semplice errore di “valutazione” ma la degna conclusione di un percorso di perfetta integrazione nelle istituzioni borghesi. Tutto il suo impianto politico si basa sulla concezione che attraverso riforme sociali si possa abbellire socialmente il capitalismo. Una teoria che come ha insegnato la storia del movimento operaio non ha mai portato avanzamenti, anzi è stata la rappresentazione politica del morso messo alla classe operaia.
PAP e il suo senatore (acquisito, non eletto) Matteo Mantero hanno successivamente ritirato l’appoggio a Paolo Maddalena per non coprirsi ulteriormente di ridicolo. Ma il punto è un altro, cioè la totale partecipazione al sistema borghese e di conseguenza la ricerca di candidati al di sopra delle classi nel pieno gioco costituzionale, che non a caso li spinge costantemente tra le braccia di costituzionalisti (Paolo Maddalena) e “partigiani della Costituzione” (Luigi De Magistris) vari.
L’unica alternativa seria a queste pagliacciate è la costruzione di una sinistra rivoluzionaria, che dedichi le proprie energie non a tali liturgie elettorali ma alla forgiatura di un movimento operaio in opposizione totale al sistema capitalista della borghesia e alle sue istituzioni decadenti.