A cura di M.P.
Compagne, compagni, ritrovarci in occasione del 1° maggio, festa delle lavoratrici e dei lavoratori, con una pandemia che dura da più di un anno e che attenta alla vita di milioni di donne e di uomini, è particolarmente significativo. Il regime capitalista si è dimostrato incapace di garantire la benché minima protezione di fronte ad una pandemia causato da un virus, frutto della devastazione ambientale di un modo di produzione rapace e distruttivo giunto ormai al suo stadio senile. Questa crisi sanitaria ha per giunta dato vita ad una grave e irreparabile crisi economica mondiale che in tutti i paesi produce perdite di milioni di posti di lavoro.
In Italia in questo anno il numero degli occupati è sceso di 950mila unità. Con oltre 700 mila inattivi e con un tasso di disoccupazione del 56,5%. La pandemia ha travolto quasi un milione di lavoratori e i numeri confermano che i più colpiti sono i giovani e le donne. I dati mostrano un calo degli occupati nella fascia 15-34 anni che è quasi 3 volte superiore rispetto alle altre.
Già prima del 2020 la situazione occupazione della cosiddetta generazione “Z” che include i nati tra il 1995 e il 2009, non era semplice. La tendenza è di accettare stipendi sempre più bassi rispetto al passato, con posti di lavoro nella maggior parte dei casi precari. I ragazzi della generazione Z che avevano un impiego a fine 2019 lavoravano in buona parte in settori legati alla ristorazione e al turismo, colpiti in modo particolare dalla pandemia.
A fine 2020 delle 101 mila persone disoccupate, 99 mila sono donne e 2 mila gli uomini. Anche con il blocco dei licenziamenti la situazione non migliora perché è molto più facile assumere un uomo che una donna. In Italia ad essere colpiti sono stati maggiormente i settori in cui le donne erano più occupate, come i servizi e il settore commerciale. Molte donne occupate hanno infatti contratti precari e dunque più facili da rescindere. La pandemia non ha fatto altro che accrescere un problema che esisteva anche prima. Secondo un report della Commissione Europea, già nel 2018 il tasso di occupazione femminile era il più basso che nel resto d’Europa. L’Italia è il secondo paese per gap tra retribuzione maschile e femminile: per il medesimo ruolo rispetto a un uomo, una donna a parità di istruzione, competenze e ruolo percepisce mediamente il 20% in meno.
In Italia la crisi politica ha dato vita all’ennesimo governo d’unità nazionale che prepara una politica di salvataggio di capitalisti e banchieri e una brutale politica di austerità per i lavoratori. E’ fondamentale per noi costruire una opposizione classista al governo Draghi e tagliare l’erba sotto i piedi alla peggiore destra fascista pronta a capitalizzare, su un versante reazionario, il malcontento verso le politiche antipopolari del governo
È dovere delle rivoluzionarie e rivoluzionari far sì che questo giorno non sia una ricorrenza ma un giorno di lotta, lavorando accrescere il livello di consapevolezza di classe dei lavoratori, delle donne lavoratrici e della gioventù proletaria. Con la speranza di abbracciarci presto nelle piazze, studiamo e confrontiamoci sulle strategie da mettere in atto per conquistare la classe lavoratrice tutta al nostro programma e spingerla alla lotta contro il capitalismo e gli Stati borghesi, e per la rivoluzione socialista.