Si rafforza la lotta del Black Lives Matter contro il razzismo e il sistema sociale, economico, repressivo, made in USA

di MP

Negli Stati Uniti si sta sviluppando una nuova ondata di mobilitazioni #BlackLivesMatter, dopo la diffusione di un video dell’ennesimo sopruso della polizia.

Durante un fermo il 23 agosto, nella città di Kenosha, nel Wisconsin, la polizia locale ha sparato alla schiena, a Jacob Blake, uomo di colore. La vittima resterà paralizzata dalla vita in giù.

Le manifestazioni sono iniziate la notte del 26 maggio quando centinaia di persone si sono radunate davanti al commissariato di polizia a cui appartenevano i quattro agenti responsabili della morte di George Floyd. Il filmato in cui l’agente di polizia Derek Chauvin tiene immobilizzato Floyd tenendo per molti minuti il suo ginocchio sul collo e impedendogli di respirare, ha avuto larga diffusione su social media e media internazionali e ha portato a ripetute manifestazioni del movimento #BlackLivesMatter (con protagonista la popolazione nera ma non solo) contro l’abuso di potere da parte della polizia, accusata di comportamento razzista.

Il movimento Black Lives Matter nasce nel 2013, in seguito all’assoluzione di George Zimmerman, che aveva sparato al diciassettenne afroamericano Trayvon Martin il 26 febbraio 2012, uccidendolo. Durante l’estate del 2015 e per tutto il 2016, gli attivisti di Black Lives Matter presero parte pubblicamente alle discussioni sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America, contestando giustamente l’allora candidato repubblicano, oggi presidente, Donald Trump, ma dando il via anche ad un processo di cooptazione di questo movimento di lotta all’interno dei meccanismi dello Stato borghese.  Un processo che purtroppo oggi vede protagonista lo stesso fratello di Floyd, cinicamente invitato ad intervenire alla convention democratica che ha incoronato gli avversari di Trump alle prossime elezioni del 3 novembre, Joe Biden e la sua vice non-bianca Kamala Harris, altro simbolo dell’evidente tentativo del Partito Democratico di controllare il movimento antirazzista americano.

Le proteste, sotto la bandiera del #BlackLivesMatter hanno causato molte reazioni, di vario tipo, nei confronti del movimento. L’opinione generale varia ancora tra i diversi gruppi etnici, ma sempre più bianchi (come ispanici ed altre minoranze) si uniscono alle proteste e alle azioni dei neri. Ad unirli sono le terribili condizioni di povertà e indigenza in cui vivono tutti gli sfruttati nella “più grande democrazia del mondo”.

In risposta al movimento e nel tentativo di fermarlo, è stata anche coniata la frase “All Lives Matter” (“tutte le vite contano”) dal sottobosco fascista cresciuto sotto e accanto al trumpismo, tentativo che si è rivelato subito un buco nell’acqua perché ignora e fraintende completamente (e volutamente) il messaggio che il motto “Black Lives Matter” vuole trasmettere. Che tutte le vite contino è fuor di dubbio; che i neri siano più colpiti dagli abusi polizieschi pure, dato il fatto che delle mille uccisioni l’anno da parte della polizia, il 24% riguarda afroamericani che però sono appena il 13% della popolazione[1]. E la ragione di questa sovrabbondanza delle morti di neri, e in generale del regime sociale di fatto segregazionista in cui vive la maggioranza dei neri, è la condizione di classe del grosso del popolo afroamericano.

La questione del razzismo e la lotta contro di esso deve fare, e sta già iniziando a fare, un salto di qualità nella lotta contro il fascismo e le milizie organizzate all’esterno e con l’aiuto dello Stato. La lotta antifascista, a sua volta, in un contesto sociale esplosivo causato dalla maggior caduta economica dal 1930 (oltre 30 milioni di disoccupati, il 15% della popolazione attiva), necessita di un programma di classe centrato sulla lotta di classe al sistema capitalista, il sistema sociale, economico e politico contro cui il movimento Black Lives Matter giustamente si batte, e sulla necessità della rivoluzione socialista e il potere dei lavoratori bianchi, neri, latini, asiatici.

A tale movimento va offerto il massimo sostegno nella consapevolezza che è necessaria, se vuole risultare vittorioso, l’unione col movimento operaio americano, con quella classe che può definitivamente spazzare via dal mondo e dalla storia qualsiasi forma di razzismo e sessismo.

Link di approfondimento


[1] Dati di Mapping Police Violence

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