UNA LETTURA DELLE ELEZIONI IN URUGUAY

Pubblicato su Política Obrera, organo d’informazione della Tendencia del Partido Obrero argentino. 

di Jorge Altamira

La vittoria di Lacalle Pou in Uruguay, ora ufficialmente riconosciuto come “presidente eletto”, è addirittura meno solida della piccola differenza con cui ha battuto il Frente Amplio, meno di 30.000 voti, ma ha una maggiore portata di destra.

Lacalle ha vinto il secondo turno attirando gli elettori dei partiti che erano rimasti fuori dopo il primo turno, ma solo dopo aver stabilito un governo di coalizione, cosa poco frequente in un ballottaggio, e persino in contraddizione con la finalità politica di questo pseudo-metodo bonapartista.

Il meccanismo dei due turni nei regimi presidenziali mira a consacrare un presidente “forte”, attraverso un plebiscito ridotto a due candidati. Questo non è ciò che è accaduto in questo caso, perché la metà più uno dei voti ottenuti dal candidato dei blancos alla fine è stato lottizzato in anticipo, attraverso un accordo di gabinetto con altre tre parti. Una di loro, quella di Cabildo Abierto, di destra, è guidata dall’ex comandante in capo dell’esercito, ex compagno di Fernández Huidobro, il defunto ministro della Difesa del Frente Amplio, uno dei tre moschettieri dei Tupamaros nel periodo della guerriglia. Guido Manini Ríos, che rappresenta l’ingresso dei militari nel governo dell’Uruguay, con una tessera ‘tupa’, si definisce invece un “artiguista”.

I “blancos orientali”, il Partito Nazionale, hanno un forte legame storico con il peronismo. Entrambi fanno parte del federalismo del Río de la Plata, rispetto ai “selvaggi uniti”. Niente di più lontano dal peronismo, invece, è il FA, composto dai presunti figli dell’ “Unione Democratica” del 1945. Il paradosso è che Macri si congratula con un presidente ‘peroncho’ [modo dispregiativo argentino di riferirsi a un peronista n.d.t.] sull’altra sponda del confine, mentre F-F [formula breve per Alberto Fernández – Cristina Fernández de Kirchner, i vincitori del Frente de Todos nelle ultime lezioni in Argentina n.d.t.] si rammaricano per la sconfitta del FA. Per chiudere il perimetro di questo circolo, l’ala pejotista del Frente de Todos celebra la vittoria dei “nacionales” sull’altra sponda del confine.

Che siano Fronteamplisti o blancos, i dirigenti politici dell’Uruguay sono uniti dalla (difesa della) industria finlandese della cellulosa, cioè il capitale coloniale che mantiene l’ambiente pulito vicino all’Artico, a costo di inquinare il fiume Uruguay. Industria che gode di franchigie speciali in termini di tasse e leggi sul lavoro, e il via libera per rimpatriare i profitti. Date le contraddizioni all’interno della nuova coalizione ufficiale, Lacalle Pou dovrà ricorrere, e non in via eccezionale, all’aiuto del FA in Parlamento.

Se si guarda al nuovo scenario politico uruguaiano dal lato dell’impasse che circonda F-F alla vigilia dell’insediamento, i recenti risultati in Uruguay aggiungono ulteriore spessore alla crisi che si sta diffondendo in tutto il Sud America. F-F si troveranno ad affrontare una situazione finanziaria esplosiva, da un lato, e, dall’altro, una situazione sociale esplosiva. La direzione intrapresa dal nuovo governo è oggetto di straordinarie pressioni internazionali, sia per la ribellione popolare che si sta sviluppando in diversi paesi, sia per i colpi di Stato e le azioni repressive di Trump e Bolsonaro.

Lacalle Pou si starà chiedendo perché doveva essere proprio ora il suo turno per riprendere il gioco degli equilibri dal bacino di Plata alla Colombia, passando per l’Altipiano, Perù ed Ecuador. In breve, il governo pacifico e democratico del paese più pacifico e democratico fa il suo debutto sul filo del rasoio. Perché se, secondo Clarín e La Nación, il ruralismo argentino si prepara a rendere la vita difficile al FA, le concessioni richieste a Lacalle dai ruralisti orientali non saranno viste con simpatia dai lavoratori combattenti dell’Uruguay – i suoi giovani e le sue donne. L’Uruguay sta attraversando una lunga recessione economica, un crescente deficit fiscale, coronato da alti tassi di interesse sull’enorme debito estero. Come è successo con la Concertación cilena, il “correísmo” ecuadoriano e il MAS della Bolivia, il FA è stato sconfitto a causa della sua politica di capitolazione al capitale e ostilità al mondo del lavoro.

La geografia ha occupato un posto di primo piano nello sviluppo storico concreto e anche nella guerra e nella politica. Di conseguenza, qualcosa di simile si potrebbe dire della meteorologia. In questo caso dovremo rimboccarci le maniche, perché quando piove sulla costa argentina, la stessa cosa accade in Uruguay, e viceversa naturalmente, comprese le sudestade [fenomeno meteorologico comune in una vasta area del Rio De La Plata n.d.t.] e le tempeste.