Considerazioni sull’assemblea del 29 Settembre di Napoli.
di NI e DD
Domenica 29 Settembre si è tenuta a Napoli l’assemblea organizzata dal SI COBAS per la creazione di un Fronte Unico Anticapitalista, invito che Prospettiva Operaia ha convintamente raccolto. Un percorso che avrà inizio con lo sciopero generale di alcune sigle del sindacalismo di base (lo stesso SI Cobas, SGB, CUB, USI CIT) il prossimo 25 Ottobre e con la manifestazione anticapitalista dell’opposizione di classe il 26 Ottobre a Roma, e mirerà proprio a costruire un intervento di fronte unico contro i governi della borghesia, a partire da quello italiano.
Hanno partecipato all’iniziativa varie realtà di movimento e varie forze della sinistra di classe, che hanno alternato i propri interventi a quelli dei lavoratori, del SI COBAS (provenienti da diverse città d’Italia e da diverse esperienze di lotta) e di comitati operai.
Negli interventi dei movimenti e dei delegati sindacali, avvenuti nella mattinata, abbiamo riscontrato una matrice comune riguardante la necessità di superare la natura puramente economica, settoriale o territoriale (come spesso accade sia per i sindacati che per i movimenti) delle loro lotte per elevarle ad una lotta politica che vada oltre ogni confine ed ogni ambizione meramente migliorativa di una singola condizione. Una considerazione non solo condivisibile, ma che applaudiamo perché assolutamente necessaria per costruire un punto di partenza coerente di un fronte rivoluzionario. Le prossime occasioni di lotta saranno un primo banco di prova per concretizzare questo giusto concetto e fare i passi avanti ribaditi in tal senso.
Partiamo quindi tutti dalla consapevolezza che nessun governo borghese può essere amico dei lavoratori e delle lavoratrici e che nessuna illusione riformista potrà mai andare davvero incontro alle nostre esigenze, ed è quindi necessaria una lotta anticapitalista e rivoluzionaria. Il nostro appello pubblicato di recente (https://prospettivaoperaia.com/2019/09/17/sconfiggiamo-il-nuovo-governo-dei-padroni-pd-m5s-leu-lottiamo-per-un-governo-dei-lavoratori/), così come quello del SI COBAS, vale contro l’attuale governo del grande capitale come valeva contro il governo populista gialloverde della media borghesia. Non sarà infatti l’annunciato taglio del cuneo fiscale, né qualsiasi riforma di aspetto vagamente popolare, a migliorare realmente le nostre condizioni.
Come abbiamo ribadito nel nostro intervento in assemblea e ripetutamente scritto nei nostri articoli, viviamo ormai da più di dieci anni una fase acuta della crisi del capitalismo. Nessuno degli economisti borghesi riesce a prevederne la fine, anzi in molti ne prevedono piuttosto un ulteriore aggravamento nei prossimi anni. Non ci sono le condizioni materiali perché la borghesia ne venga fuori senza conseguenze e governi come prima della crisi. La guerra commerciale che campeggia tra USA e Cina è uno dei fattori da osservare con attenzione per tutte le ricadute che può avere a livello europeo e planetario. In Europa la crisi della borghesia ha portato a un disfacimento dei partiti tradizionali e all’imporsi sulla scena politica, sia a destra (Italia, est-Europa) che a sinistra (Grecia, Stato Spagnolo), di soluzioni che rappresentano finte alternative. Il caso greco di Tsipras è emblematico: una sinistra che non rompe con i meccanismi del capitale, finisce per esserne inghiottita. Dall’altra parte i cosiddetti partiti sovranisti, anche se all’inizio si ergono a rappresentanti della piccola e media borghesia, non riescono a (e non possono) rompere con le politiche di austerity e, non rappresentando realmente gli interessi dei ceti popolari, finiscono per servire presto gli interessi del grande capitale. In Italia tra l’altro la crisi non riguarda più in particolar modo la piccola e media impresa, ma attanaglia pesantemente anche i grandi gruppi industriali come Whirpool, Unilever, Ilva, ecc. Il capitale non ha più nulla da offrire ai lavoratori. Non esistono quindi attualmente le condizioni materiali per limitarsi alle rivendicazioni economiche (motivo principale della crisi delle sinistre riformiste in Europa e nel mondo), né per soluzioni sovraniste, siano esse di destra o di sinistra.
In questa crisi della borghesia noi abbiamo quindi il dovere d’intervenire con una campagna agitatoria nel movimento operaio, ma per far sì che questa sia la più ampia e partecipata possibile e affinché si possano creare davvero i presupposti per un fronte anticapitalista e rivoluzionario, che non si perda per strada ancor prima di intraprendere una reale lotta, crediamo che sia presente ancora qualche nodo da sciogliere.
Il primo punto da cui si dovrebbe partire è la questione del settarismo, ancora ben radicato in tutti i sindacati. Per combattere il settarismo, è necessaria la lotta a tutte le burocrazie, che almeno al momento è debole o più spesso assente in ogni organizzazione sindacale di base e sterile e inconcludente all’interno della CGIL.
L’assenza a questa assemblea dell’opposizione CGIL Il sindacato è un’altra cosa, nonostante partiti politici che hanno un ruolo in tale opposizione sindacale come Partito Comunista dei Lavoratori e Sinistra Anticapitalista siano intervenuti nel dibattito ma rifiutandosi evidentemente di scendere sul terreno della lotta concreta e non letteraria alla burocrazia CGIL, è un segnale abbastanza chiaro in tal senso. Sappiamo che la CGIL non è vista di buon occhio dai sindacati di base e comprendiamo pienamente le cause di tali attriti. Anche noi imputiamo a questo sindacato delle enormi responsabilità sulla paralisi del movimento operaio a causa della sostituzione delle lotte con referendum e tavoli di trattativa, anche in una stagione che si è messa alle spalle, per esigenze padronali, la concertazione. L’ultimo sciopero generale indetto dalla CGIL risale addirittura al 2014, contro il Jobs Act. Proprio per questo crediamo sia necessaria una lotta vera alla sua burocrazia che parta anche dal coinvolgimento all’interno di un fronte anticapitalista dei militanti più combattivi provenienti dall’opposizione interna a quel sindacato. La partecipazione a quest’assemblea dell’opposizione CGIL, anche a costo di non ricevere calorose accoglienze, avrebbe potuto rappresentare un segnale di lotta alla sua burocrazia, che non fosse arenata solo sul piano letterario, e una sfida ai suoi vertici, che procedono nella marcia di unificazione con gli altri confederali, nell’applaudire al nuovo governo Conte e nello zittire e boicottare le minoranze del movimento operaio, come è successo durante l’ultimo sciopero dei metalmeccanici (lo scorso 14 giugno) quando a Napoli ai militanti del SI COBAS è stata negata la partecipazione al corteo. La mancanza di un’azione reale e concreta in questo senso ridimensiona notevolmente qualsiasi ambizione rivoluzionaria di quell’area dell’opposizione sindacale, dei suoi partiti di riferimento e del fronte anticapitalista stesso.
In conclusione, sentiamo di appoggiare pienamente le rivendicazioni proposte alla fine dell’assemblea (patrimoniale sulle grandi ricchezze; forti aumenti salariali per tutti i lavoratori; riduzione dell’orario lavorativo per distribuire l’occupazione che c’è; salario medio garantito per quanti sono forzatamente disoccupati; diritto alla casa; abolizione dei decreti-sicurezza; pieni diritti di cittadinanza per le popolazioni immigrate, a partire dal permesso di soggiorno europeo incondizionato per tutti gli immigrati presenti sul territorio nazionale ed europeo; lotta contro ogni forma di oppressione di genere; lotta contro le “grandi opere” (a cominciare dal Tav) e le altre devastazioni ambientali), anche se crediamo vadano arricchite con parole d’ordine che scendano altresì sul piano politico della crisi di regime (della borghesia), e ricordiamo i prossimi appuntamenti a cui invitiamo a partecipare:
– 18 ottobre: presidio presso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture (Roma)
– 19 ottobre: presidio anti-Lega (Roma)
– 19/20 ottobre: assemblea nazionale di Non Una di Meno (Napoli)
– 25 Ottobre: Sciopero generale SI COBAS
– 26 Ottobre: Manifestazione anticapitalista e internazionalista dell’opposizione di classe (Roma)
Di seguito la mozione preparata dagli organizzatori e approvata unitariamente dall’assemblea:
L’assemblea del 29 settembre a Napoli, al termine di un ampio confronto, rilancia la necessità di proseguire nel percorso di costruzione del fronte unico anticapitalista, a partire dalla chiara e netta opposizione al governo Conte-bis e alle sue politiche.
Un governo che, al netto del cambio di coalizione, si pone in sostanziale continuità con gli esecutivi precedenti nel proseguire l’attacco ai proletari.
Le timide misure di sostegno ai salari (taglio del cuneo fiscale) sono solo fumo gettato negli occhi dei lavoratori per celare la natura e la genesi stessa di questo esecutivo, che è espressione organica del grande capitale italiano ed europeo e del suo interesse a governare una crisi da cui il capitalismo è tutt’altro che uscito, ed il cui carattere sistemico è reso evidente dalla “crisi climatica” contro cui milioni di giovani, al netto di tutte le contraddizioni e strumentalizzazioni, stanno scendendo in piazza attraverso il movimento di Fridays for Future.
Di fronte a questa crisi, le lotte “parziali”, siano esse economico/sindacali, siano esse legate a singoli aspetti o effetti del dominio capitalistico, richiamano con urgenza la necessità di uno sbocco e una prospettiva di rottura complessiva, quindi politica, con le compatibilità capitalistiche.
La nostra proposta non ha come suo obiettivo quello di “unire i movimenti” né tantomeno di sommare sterili interessi particolari: si tratta al contrario di definire un programma unitario e concreto di iniziative e di azione che parli non solo all’insieme delle lotte, ma al complesso della classe lavoratrice e dei settori oppressi della società.
Per questo riteniamo necessario rilanciare la nostra presenza in piazza: a partire dallo sciopero del sindacalismo di base del prossimo 25 ottobre e dell’iniziativa del 26 ottobre quando manifesteremo a Roma contro il governo PD-5Stelle con alcune parole d’ordine semplici:
- aumenti salariali per tutti i lavoratori;
- lavorare tutti, lavorare meno;
- salario medio garantito;
- pieni diritti di cittadinanza per tutti i proletari immigrati;
- abolizione dei decreti sicurezza e denuncia del militarismo;
- lotta contro ogni forma di oppressione di genere;
- lotta contro le devastazioni ambientali;
- patrimoniale sulle grandi ricchezze per far sì che a pagare siano realmente i padroni;
- contro tutti gli sgomberi, per il pieno e incondizionato diritto all’abitare.
Su queste basi lavoreremo alla costruzione di campagne politiche che vadano oltre le date del 25 e 26.
Arm in Arm
Attivisti e familiari delle vittime della Terra dei Fuochi
Classe contro Classe
Comitato di Lotta per migliori condizioni di vita e di lavoro – Benevento
Coordinamento Autoconvocato Lavoratori per il Sindacato di Classe
Ex Detenuti Organizzati
FIR
Il Cuneo Rosso – GCR – Pagine Marxiste
Il Pane e le Rose
Ipazia – Collettivo d’inchiesta Sociale
Laboratorio Crash – Bologna
Laboratorio Politico Iskra
Lavoratori del S.I. Cobas
L’internazionalista
Lista Disoccupati Organizzati – Roma Nord Ovest
MDPL – Germania
Mensa Occupata
Movimenti di lotta per il diritto all’abitare – Roma
Movimento Disoccupati 7 Novembre
Napoli Città di Pace
Non una di Meno – Napoli
Partito Comunista
Partito Comunista dei Lavoratori
Partito dei Carc
PDS – Argentina
Potere al Popolo
Prospettiva Operaia
Sinistra Anticapitalista
Slai Cobas – Taranto e Bergamo
Studenti attivisti di Fridays For Future
Tendenza internazionalista rivoluzionaria
Workers Liberty – Inghilterra