da Nuova Prospettiva, giornale quindicinale del partito EEK n. 671, 21 luglio 2018
Forse mai come nel recente passato governo e opposizione ufficiale si sono rivelate così ipocrite, in particolare su due fronti sociali così “caldi” come previdenza assicurativa e lavoro, i quali riguardano direttamente o indirettamente la stragrande maggioranza della popolazione.
Il partito al governo, SYRIZA, se da un lato ha già tagliato le pensioni nel triennio 2015-2018 e ha votato tagli selvaggi addirittura a quelle già acquisite (con effetto a decorrere dal 2019 in poi), afferma dall’altro che non vuole, e che non sarebbe neppure “necessario” imporre questi tagli. Inoltre promette un infinitesimale aumento del salario minimo (però giorno dopo giorno le retribuzioni dei lavoratori diminuiscono senza sosta), ma anche uno pseudo-ripristino dell’estendibilità dei meccanismi della contrattazione collettiva nei vari settori del lavoro.
Dal canto suo Nea Dimokratia, mentre ha votato dal 2012 al 2014 i più grandi tagli alle pensioni avvenuti fino ad oggi, chiede ora che non se ne facciano di nuovi. Al tempo stesso, tuttavia, la neoliberista-ultradestra Nea Dimokratia di Mitsotakis e di Georgiadis chiede la diminuzione dei contributi assicurativi e delle tasse, il che – se avvenisse – porterebbe le casse in perdita e quindi alla necessità di nuovi tagli alle pensioni. Parallelamente la destra chiede la completa deregulation del mercato del lavoro.
Syriza invece sostiene che l’attivo di bilancio previsto, ottenuto precisamente attraverso la rapina e il saccheggio di tasse e contributi, ma anche attraverso i coefficienti già calcolati dei nuovi tagli alle pensioni, è talmente elevato che non sono necessari più tagli. Ma appunto senza i tagli non tornano i conti dell’avanzo di bilancio che il governo si è impegnato ad ottenere.
Contro l’atteggiamento ipocrita di Syriza e di ND, che è inevitabile a fronte della loro debolezza ad imporre al popolo le nuove misure per conto del capitale, sono schierati il Seb [Confindustria-Confcommercio greca, ndt], il governo tedesco, ma anche il Fondo Monetario Internazionale. Essi considerano concordemente un dato di fatto che i nuovi tagli alle pensioni vengano imposti per rendere “sostenibile” il sistema previdenziale, cioè in altri termini che esso assorba così poche risorse pubbliche che vengano ripagati indisturbatamente gli usurai internazionali. Non è escluso tuttavia che i creditori accettino una più moderata applicazione dei tagli o anche un loro provvisorio rinvio, al fine di evitare possibile agitazione sociale in Grecia per la prima volta essenzialmente dopo l’avvento di Syriza al potere. Per questo motivo sono “tenuti in caldo” gli scenari di una nuova gestione politica dei tagli, o prima o dopo le elezioni.
Il popolo non deve stare ad attendere i cucinamenti politici della classe borghese. Deve agire immediatamente.
Deve evitare i tagli rovesciando dal basso e da sinistra l’odierno governo di pseudo- sinistra e deve impedire il ritorno della destra al potere. Per far strada al potere dei lavoratori e alla riorganizzazione socialista della società, dell’economia, e assieme della sicurezza.