“Il miglior modo di onorare Soumalia Sacko è costruire un movimento centralizzato di lotta per il salario ai disoccupati

Anni di confusione e di disorientamento politico hanno fatto dimenticare l’importanza strategica che l’esercito industriale di riserva ricopre per il nostro nemico e per il proletariato.

 

Arma economica principale della classe dominante per piegare i settori che conservano il lavoro e per avere una base di massa per manovre autoritarie e poliziesche contro tutto il movimento operaio. Ricordiamo, per quanto riguarda il passato, la rivolta dei “boia chi molla” a Reggio Calabria in cui i fascisti guidati da Ciccio Franco, sindacalista della CISNAL (sindacato del MSI). La “rivolta” iniziò il 14 luglio del 1970 e si concluse nel febbraio del 1971. I fascisti sfruttarono abilmente la disoccupazione e l’emigrazione che in quegli anni riprendeva. Nelle elezioni comunali del giugno 1971 il MSI prese il 21% dei voti. Alle elezioni regionali in Sicilia dello stesso anno, cavalcando la protesta contro la bancarotta del centro-sinistra, ottenne un clamoroso 16 per cento e l’elezione di ben 15 deputati all’Assemblea regionale siciliana su 90, con il 23% a Catania e il 21% a Trapani. Alle elezioni politiche del 1972 il MSI ottenne l’8,7% dei voti alla Camera e il 9,2% al Senato. Il PCI fu preso alla sprovvista. Ciò fu dovuto al fatto che il PCI meridionale, in quegli anni, era nelle mani di Amendola: l’unica attività che svolgevano le sezioni erano le periodiche campagne elettorali, le lotte economiche erano lasciate in mano ai burocrati di Agostino Novella. La rivolta del “boia chi molla” fu la risposta all’ “autunno caldo” dei fascisti in meridione. A questa situazione movimento operaio il movimento operaio mise fine con i circa trecentomila metalmeccanici che sfilarono a Reggio Calabria il 22 ottobre del 1972. Ma l’iniziativa politico-sindacale fu tardiva e solamente difensiva. L’anno successivo Berlinguer scriveva gli articoli sulla controrivoluzione e cilena, la capitolazione alla Democrazia Cristiana.

Nel presente, con il governo Mattarella-Salvini-Di Maio, si vuole usare l’esercito industriale di riserva dei nativi contro i braccianti delle aziende agrarie del meridione che si organizzano e lottano. Per questo è stato assassinato Soumaila Sacko: un avviso a tutta la classe operaia nello stato italiano!

L’esercito industriale di riserva è lo spettro che ricatta in permanenza gli occupati, li deprime, li disorienta, li riduce a pura forza-lavoro impaurita. Se nelle fabbriche è imperante il dispotismo padronale è perché, la stessa burocrazia sindacale agita lo spettro ricattatorio della disoccupazione davanti agli operai.

Di movimenti di lotta dei disoccupati è ricca la storia della lotta di classe nello stato italiano e, in particolare, nel meridione e nelle isole. Nei primi anni Settanta le lotte dei disoccupati si intrecciano con quelle degli operai e degli studenti. Non è vero che i disoccupati non lottano. Pensiamo alle mobilitazioni e organizzazioni dei disoccupati napoletani e alle singole lotte locali sparse a macchie di leopardo.

Il limite delle lotte dei disoccupati ma, anche degli occupati, è il localismo della lotta. La rivendicazione del salario ai disoccupati è generale e unificatore per tutta la classe salariata perché inizia a spezzare la catena del ricatto.

Sono in molti i proletari disoccupati ed occupati che hanno votato i 5Stelle per il sogno del reddito di cittadinanza. Erano in molti a pensare che avessero a portata lo strumento per eliminare l’inferno della disoccupazione. Qualsiasi iniziativa prenda il ministro Di Maio sulla questione, non risponderà alle aspettative di chi lo ha votato ed è questo contrasto, adesso, che bisogna organizzare la campagna per il salario ai disoccupati. Bisogna essere tempestivi. Con questo governo hanno una forte copertura CasaPound e Forza Nuova e, senz’altro, sono già all’opera. A differenza della demagogia giallo-verde, noi non proponiamo per il salario ai disoccupati nessun finanziamento col deficit, ma prenderli dalle casseforti di quel 20% della popolazione che detiene il 66% della ricchezza nazionale netta!

Il movimento centralizzato è lo strumento della lotta, perfettamente adeguato ad una rivendicazione generale per tutto il proletariato nativo e immigrato.

Onore a Soumaila Sacko!

 

 

 

 

 

 Soumaila-Sacko

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