Il Presidente della Repubblica Mattarella, con il rifiuto di nominare come ministro dell’economia l’anti-europeista Savona (con conseguente rinuncia all’incarico di premier da parte di Conte) ha aperto una crisi istituzionale senza precedenti nella storia repubblicana. Nessun tentativo di mediazione ha trovato successo. Il comportamento di Mattarella è la testimonianza che per il grande capitale italiano e per l’establishment non esiste alcun margine di manovra o di concessione ai “populisti”, a causa dell’elevato debito pubblico, dei vincoli imposti dai banchieri e da quell’Europa che grazie all’acquisto dei titoli di stato italiani (Quantitative Easing) di fatto tiene in piedi un paese virtualmente fallito. L’appello di Mattarella alla difesa dei “risparmiatori” è meschino e ipocrita. L’establishment non difende i risparmiatori, semmai difende gli interessi delle banche contro i lavoratori, i pensionati e i piccoli risparmiatori. I richiami all’impeachment che in queste ore fanno M5Se Fratelli d’Italia cosi come l’appello alla piazza in caso di governo tecnico sono privi di qualunque fondamento poiché l’unico modo per resistere alla continuità della politica economica imposta dal grande capitale è fare appello alle masse lavoratrici, a cui i “populisti” non si possono appellare né per ragioni tattiche (tentativo di riproposizione di una trattativa o di un compromesso con l’UE) né soprattutto per le ragioni sociali che difendono. È difficile prevedere quale sbocco prenderà la crisi politica e istituzionale in corso. In ogni caso è fondamentale che la classe operaia, il sindacalismo classista e la sinistra di classe intraprendano quanto prima una mobilitazione indipendente dai partiti “populisti” denunciando le illusioni e le utopie reazionarie in merito a presunti piani keynesiani o ridiscussioni dei trattati europei (le proposte di Savona). Contro l’establishment capitalista e contro i populisti xenofobi, Prospettiva Operaia chiama a raccolta tutte le organizzazioni che sono disposte a lottare su un programma basato sulle seguenti rivendicazioni:
– salario ai disoccupati di 1000 euro non legato a nessun “lavoro sociale” o proposta di lavoro
– abolizione della riforma Fornero; pensione ai 60 anni di età o 35 di contributi
– abolizione del Jobs Act e di tutte le forme di lavoro precario
– rifiuto di pagamento del debito pubblico
– nazionalizzazione del sistema bancario (tranne per i piccoli azionisti) senza indennizzo e sotto controllo operaio e popolare
– rottura unilaterale con i trattati dell’Unione Europea
– assemblea costituente europea eletta a suffragio universale (e non per stati) e col sistema proporzionale puro
– per la dittatura del proletariato rivoluzionario; per gli Stati Uniti Socialisti d’Europa da Lisbona a Vladivostok
e la quota di debito dei fondi pensione stranieri? Va bene tirare il chiodo a chi ha lavorato una vita e vive in un altro paese?
"Mi piace""Mi piace"
Se i fondi pensione utilizzano i risparmi dei pensionati per speculare e fare profitti (che vanno soprattutto ai speculatori) non è responsabilità nostra. Per questo siamo per la nazionalizzazione dei fondi che speculano su e con i risparmi pensionistici.
"Mi piace""Mi piace"