Di Jorge Altamira
L’attacco criminale perpetrato da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Siria è il preludio di un nuovo ciclo di guerre internazionali imperialiste. L’intenzione calcolata di evitare un confronto con la Russia, che controlla lo spazio aereo e la maggior parte del territorio della Siria, non rappresenta altro che un avvertimento di azioni future che possono avere luogo su una delle zone contese – dal Medio Oriente all’Ucraina e l’Asia occidentale. Il bombardamento è stato una sorta di esercizio della tecnologia militare da entrambe le parti, che si è manifestato nella demolizione di dozzine di razzi yankee, da parte della difesa aerea fornita dalla Russia alla Siria.
Nuove guerre
Nei giorni precedenti a questo attacco, la stampa ha evidenziato un dibattito all’interno dell’amministrazione Trump sulla portata che questa nuova aggressione avrebbe dovuto avere. La decisione che è stata imposta è stata descritta come la più “benevola”, poiché ha escluso dagli obiettivi dell’attacco le basi militari della Russia e le caserme o le concentrazioni dell’esercito siriano. La dichiarazione del Pentagono, firmata dal segretario alla Difesa James Mattis sottolinea, tuttavia, i suoi obiettivi politici: porre fine al regime di Al Assad, nei termini del “processo di Ginevra, delle Nazioni Unite”, ben lungi dall’annunciato ritorno delle truppe statunitensi in Siria, da parte di Trump. Mentre l’alleanza russo-siriana ha sconfitto la maggior parte delle milizie sostenute dall’imperialismo yankee-europeo, questa premessa diventa l’annuncio di nuove aggressioni e guerre. Lo stato sionista ha avanzato in questo compito, con attacchi aerei presso le basi di Hezbollah e dell’Iran in territorio siriano e con un aumento dell’espulsione dei palestinesi da ciò che resta della loro terra. La Turchia, dal canto suo, contrapposta agli Stati Uniti nel nord della Siria e alleato di circostanza della Russia, ha accolto favorevolmente il bombardamento di rappresaglia perché ha promosso le milizie islamiche che sono state sfrattate dal Ghouta dagli eserciti di Russia e Siria.
Il bombardamento alla Siria avviene anche mentre il governo degli Stati Uniti moltiplica le sue pressioni per modificare, e persino annullare, l’accordo nucleare firmato con l’Iran, da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia e Cina. Gli argomenti riguardo i difetti che avrebbe tale accordo, che ha paralizzato più di un decennio di sviluppo nucleare iraniano, sono scuse per lasciare campo libero alle azioni aggressive di Arabia Saudita e Israele contro le lotte nazionali dei popoli arabi. Diversi giornalisti specializzati hanno caratterizzato il bombardamento della Siria, da parte del terzetto criminale, sarebbe un ultimatum di guerra diretto contro l’Iran.
Attacco economico strategico
Se Putin e la sua mafia di oligarchi credevano che il bombardamento di mutuo consenso contro la Siria avrebbe allontanato la prospettiva di una generalizzazione della guerra, le sanzioni economiche adottate contro la Russia, da parte di Trump, devono aver cambiato la loro opinione. È che il pretesto dell’uso di armi chimiche non è stato usato solo per coprire l’obiettivo imperialista dell’attacco con un manto “umanitario”.
Il governo degli Stati Uniti ha emanato sanzioni strategiche contro i rappresentanti di Putin e soprattutto società russe di portata internazionale, collegate al capitale azionario e agli accordi commerciali con grandi compagnie nordamericane, svizzere e britanniche. La principale azienda interessata, la società di alluminio e palladio Rusal, ha visto il valore del suo mercato azionario scendere del 50%, in un primo momento, e dopo di un altro 18%, vedendosi collocata in una condizione di default tecnico, per la restrizione imposta a rinnovare il suo enorme debito estero. Le quotazioni sulla borsa di Mosca sono crollata in modo generalizzato, creando un’enorme crisi di liquidità. Rusal è associata alla conglomerata britannica Glencore, che ha immediatamente annunciato il suo ritiro da essa. La Gran Bretagna ha escluso Rusal dal mercato delle materie prime metalliche a Londra, causando un enorme aumento del prezzo internazionale dell’alluminio, il che ha danneggiato tutte le industrie che ne fanno uso. Questo l’ha buttata fuori dalla Borsa, nonostante sia uno dei principali contributori, indipendentemente dal danno finanziario che questo potrebbe causare alla City. La minaccia di bancarotta della società ha costretto la Banca Centrale Russa a creare un fondo di salvataggio, che non ha la profondità necessaria per sostenersi nel tempo. L’indebolimento finanziario della Russia fa parte di una strategia di portata militare, che non cerca solo una resa nei campi in conflitto ma, alla fine, di tutta la struttura sociale. Tutte queste azioni hanno abbassato i prezzi delle valute di Russia e Turchia e hanno costretto l’intervento della Bank of China. Trump ha usato le conseguenze delle sue stesse misure – queste svalutazioni – per poi denunciare una guerra monetaria da parte della Russia e della Cina.
Cina
La stessa operazione di blocco è stata applicata alla Cina. Trump ha scatenato una guerra economica nel campo della tecnologia di alta gamma contro la Cina. Ciò accade alla vigilia dell’incontro programmato con il nordcoreano Kim Jong un, in relazione al quale la Cina svolge un ruolo in una certa misura decisivo. Inoltre, dopo che Xi Jinping ha deciso di aprire il mercato finanziario cinese al capitale internazionale, inclusa la possibilità di ottenere una posizione di maggioranza nelle banche cinesi. Così ha posto il veto all’acquisto di Qualcom, un gigante dei superconduttori, da parte di una società di Singapore, Broadcom, il cui capitale è influenzato da Huawei, il più importante produttore di chip in Cina. Allo stesso modo, insieme alla Gran Bretagna, ha vietato l’attività della compagnia di telecomunicazioni, ZTE, in entrambi i paesi, citando ragioni di “sicurezza nazionale”. È la risposta dell’imperialismo yankee al “Programma Made in China 2025”, che mira a sviluppare la tecnologia più avanzata, in aperta concorrenza con gli Stati Uniti – una “linea rossa” che Trump ha avvertito che la Cina non deve superare. Questi divieti hanno scatenato, contraddittoriamente, reazioni negative da parte del grande capitale internazionale, perché rendono impossibile l’ingresso nel mercato cinese – la condizione per la redditività del business. Le esigenze della guerra hanno scatenato un conflitto di interessi all’interno della borghesia mondiale. In questo senso, i piani di guerra pongono, in parallelo, una crisi di regime politico nelle principali potenze imperialiste.
La classe operaia
Tutti questi movimenti del grande capitale sono nascosti al proletariato mondiale dalle sue stesse organizzazioni – che, in quasi tutti i casi, sono allineate con gli interessi “nazionali” delle loro borghesie. Ma è in questo retrobottega che si trovano le motivazioni della guerra imperialista. Lo scenario della Siria è un aspetto dello scenario mondiale. È imperativo che si sviluppi un chiarimento nella classe operaia e nella gioventù.
Abbasso l’imperialismo e le guerre imperialiste.
Per l’autonomia nazionale della Siria e di tutti gli stati del Medio Oriente. Per una federazione di repubbliche socialiste.
Abbasso lo stato sionista, per il diritto al ritorno del popolo palestinese.